Salta al contenuto principale

Odi per la morte dell’Imperatore

kk

 

 

 

 

 

 

Sulla morte dell’Imperatore, il 5 maggio, molte Odi sono state composte in suo onore, secondo i critici, la migliore, nei confronti delle numerose scritte in quell’occasione in tutto il mondo, quella di Alessandro Manzoni.  

 

L’ ode che fu scritta di getto in due giorni nella fine del luglio 1921 quando la notizia della morte arrivò in Europa. 

 

1     Ei fu Siccome immobile,
  
     dato il mortal sospiro,
       stette la spoglia immemore
       orba di tanto spiro,
5        così percossa, attonita
       la terra al nunzio sta,
       muta pensando all’ultima
       ora dell’uom fatale;
       né sa quando una simile
10        orma di piè mortale
       la sua cruenta polvere
       a calpestar verrà.

 

Il Manzoni, che ebbe notizie anche sulla malattia,  poi concluse con i famosi versi:  

85   Ahi! Forse a tanto strazio
       cadde lo spirto anelo,
       e disperò; ma valida
       venne una man dal cielo
       e in più spirabil aere
90        pietosa il trasportò;
       e l’avviò, pei floridi
       sentier della speranza,
       ai campi eterni, al premio
       che i desideri avanza,
95        dov’è silenzio e tenebre
       la gloria che passò.
       Bella Immortal! ……..


L’Ode fu bloccata dapprima dalle Autorità austriache ritornate a Milano con la Restaurazione, ma fu diffusa attraverso manoscritti, ebbe una enorme risonanza in Europa e, come  primo traduttore, Goethe in Germania che la presentò alla corte di Weimar, nell’Agosto 1822.

A questa  fecero seguito la traduzione di Lamartine e di Victor Hugo i quali a loro volta, un po' imitando, ma  non con la stessa enfasi favorevole e pietosa in omaggio all’Uomo, scrissero a loro volta poesie, invocando colpevolmente  ora la mano divina ora l’opera umana di un Re ambizioso.

 

Alphonse de Lamartine, Bonaparte 

“La sua bara è chiusa! Dio lo ha giudicato! Silenzio!

 Il suo crimine e le sue imprese pesano sulla bilancia: 

Possano i deboli mortali non toccarlo più!

Chi può scandagliare, Signore, la tua infinita misericordia? 

E voi, flagelli di Dio! chissà se il genio 

Non sia una delle vostre virtù? ...                                    

 

Victor Hugo, L’expiation

Uomini, cavalli, tamburi, bandiere; - e nel calvario

Sentendo confusamente il suo rimorso tornare,

Alzando le mani al cielo, disse: - I miei soldati morti,

Io sconfitto! il mio Impero è in frantumi come il vetro.

È la punizione questa volta, severo Dio?

Quindi tra le grida, le voci, il cannone,

Udì la voce che gli rispondeva: no!”  

 

Anche George Gordon, Lord Byronche non venne mai meno ad evocare l’anima e le opere di illustri personaggi (non ultimo il Don Giovanni), scrisse un lungo poema.

Ode a Napoleone Bonaparte 

1.“È fatto ... ma ieri eri  un re!

E armato di re per lottare ---

E ora sei una cosa senza nome:

Così abietto ... eppure vivo!

È questo l'uomo dai mille troni,

Che ha cosparso la nostra terra di ossa ostili,

E potrà così sopravvivere?

Poiché lui, chiamato erroneamente la Stella del Mattino,

Né uomo né demone è caduto finora.

Malato…..”

7. Oppure, come il ladro di fuoco dal cielo,/Resisterai allo shock?/7E condividi con lui, l'imperdonato,/

Il suo avvoltoio e la sua roccia!/Tu, simile a chi rapì il fuoco dal cielo,/ potrai mai opporre alla sventura una fronte impavida, / e senza ottenere perdono sosterrai/ come Prometeo la sua roccia e l’avvoltoio?”

 

 

Con un’eccezione, meno laudatorio ma significativa dell’amore suo e dei suoi soldati per l’Imperatore, la poesia di Heinrich Heine che scrisse la famosa “Die Zwei Granadier “, musicata da Robert Schuman.

g
I due Granatieri    

 

Tu questa preghiera mi devi esaudire:
s'io dunque dovessi morire,

fratello, il mio corpo con te porta in Francia,

sia sepolto in terra di Francia.

Col suo rosso nastro, la croce d'onore 

mi devi posare sul cuore;

in mano il fucile mi devi adattare,

e al fianco la spada legare.

E come una scolta all'erta in ascolto,

così voglio stare sepolto,

fin quando il cannone io senta tuonare

e nitrendo i cavalli trottare.

E quando cavalchi il mio imperatore,

tra lampi di spade e fragori,

là sulla Mia tomba, io balzerò fuori...

per difendere il mio imperatore.




    

      Pier Roberto Dal Monte