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Uno statistico prestato alla medicina

La storia di Adolphe Quetelet (1796-1874), ideatore (ante hoc) dell'indice di massa corporea
Pier Roberto Dal Monte

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Sebbene  anche nel passato, ma solo  saltuariamente, l’obesità fosse già considerato un fattore negativo per la salute, il pesante impatto dell'obesità sulla qualità della vita ha cominciato ad essere considerato seppure in ritardo già nel 18° secolo e sistematicamente sulla salute nel 19° secolo; tuttavia solo nei primi decenni del 20 ° vennero definite e sistematizzate le sue complicazioni morbose, quali soprattutto, il già menzionato, l’aumento delle malattie cardiovascolari ed il diabete  grasso il cui  conseguente aumento della mortalità collegato all’ obesità incominciò  ad essere documentato dal punto di vista epidemiologico con metodi statistici. Questo soprattutto nel settore assicurativo dove, da parte  dagli statistici specializzati in Scienze attuariali, si rilevava quanto fosse  maggiore, nei confronti degli individui normali, il numero dei  rimborsi richiesti per morte da “cause naturali” per polizze intestate ad  assicurati obesi. Oggidì sono state descritte ben 26 malattie collegate o causate dall’obesità ed è quindi prevedibile l’interesse del comparto assicurativo e del weltfare per questa “anormale” situazione fisica.

L’insieme di questi eventi morbosi ha creato la necessità anche di avere un parametro o indice certo che indicasse quale fosse il peso corporeo normale relativo al momento della richiesta dell’assicurazione; indice che certificando la presenza dell’obesità facesse prevedere la comparsa di malattie ad essa dovute  e quindi comportasse una diversa valutazione sia come  tutela assicurativa che eventualmente sull’ ammontare più elevato del premio dovuto.

La ricerca di tale indice fu perseguita da Louis I. Dublin (1882-1969), sia da statistico che da   vice-presidente della Metropolitan Life Insurance Company americana, il quale per  primo  sviluppò delle tabelle di confronto tra il peso normale e quello fuori della norma, basate sulla media dei pesi registrati per una determinata altezza. Dai dati riscontrati ne scaturì  una gamma piuttosto ampia di pesi per le persone dello stesso sesso e altezza, anche in relazione alle differenti conformazioni del corpo 'o della sua 'struttura' valutate iconograficamente. Il metodo è stato ritenuto alquanto complesso per le sue potenziali variabili sebbene, pur non potendosi  ancora definire  quello ideale,  già potesse essere considerato  sufficientemente efficace per definire i i parametri in cui rientrava  “l‘individuo medio normale”  e, naturalmente, come  da questo si differenziassero soprattutto i soggetti obesi ma anche gli individui troppo magri.

Per semplificare le cose sono state successivamente esplorate varie altre possibilità più accessibili per valutare la “corporalità”umana  e  combinando peso e altezza, in vari studi clinico-statistici, si era constatato che alla fine , negli adulti, il peso corporeo espresso in chilogrammi è proporzionale al quadrato dell'altezza in metri, confermando quello che  originariamente era già stato rilevato  nel 1832 nei suoi studi sistemici sulla definizione di uomo normale -  riportati nel 1835 “Sur l'homme et le développement de ses facultés, ou Essai de physique sociale“ in 2 volumi. - dallo statistico belga Adolphe Quetelet (1796-1874)*. Per   tale ragione l’equazione,  pur non essendo perfetta ma  molto pratica, è divenuta, rifacendosi a questo studioso, poi  generalmente nota come l’Indice di Quetelet o indice con il quale si poteva definire in modo definitivo la massa corporea di un individuo normale e le sue varianti. Di questo  è stata confermata la validità   in studi comparativi successivi già  dallo studio Framinghan del 47-50 e da quelli pubblicati nel 1972, dal nutrizionista  americano Ancel Keys (1904-2004) - il quale tra l’altro, per aver  vissuto molto in Italia, va considerato come lo scopritore della Dieta mediterranea -   che lo chiamò  appunto l’Indice di Massa Corporea o (Body Mass Index o BMI). Indice che attualmente è considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità  il più attendibile indice per  valutare in maniera numerica i limiti inferiori e superiori in cui dovrebbe rientrare un individuo normale, e che documenta come i valori al di sotto siano indice di magrezza, mentre i valori al di sopra sono indice  di sovrapeso o di vari gradi di obesità; accomunando ad esso la possibilità di prevedere, soprattutto ai valori superiori alla norma, la maggiore incidenza di morbilità delle  varie malattie cardiovascolari e metaboliche ed anche  di maggiore e precoce mortalità.

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Ma chi era Adolphe Quetelet?                                                                                  

Adolphe Quetelet  nato nella storica città belga di Gent o Gand in data 22 Febbraio 1796, era il quinto figlio di una famiglia di nove figli. Era  cresciuto in un ambiente politicamente ed intellettualmente stimolante è già da  studente mostrò un eccezionale  talento matematico  ottenendo  premi in algebra, geometria, grammatica e di disegno nella scuola secondaria  al liceo di  Gent . Non trascurabile peraltro era anche il suo amore per le discipline umanistiche avendo pubblicato poesie, essendo un buon pittore, co-autore del libretto di un'opera lirica e tra l’altro traduttore  in francese di Byron e di Schiller. Particolarmente  importanti furono i suoi studi sulla scultura umana e le  proporzioni delle statue. Diplomatosi contemporaneamente al liceo nel 1813, ebbe a solo 23 anni  un dottorato in scienza presso l'Università di Gent, passò all’insegnamento della  matematica all’Ateneo di Bruxelles. Il momento  decisivo nella sua vita, avvenne però quando assegnatario di una borsa di studio fu mandato a Parigi a specializzarsi in astronomia. A Parigi frequentando i  corsi e  dei fisici e matematici  Joseph Fourier (1768-1830), di Simon Poisson (1781-1840) e dello statistico ed astronomo Pierre Laplace (1749 -1827), divenne oltre che profondo astronomo - che lo portò alla Direzione dell’osservatorio  di Bruxelles - appassionato allo studio della scienza statistica della  probabilità,  metodo che ha continuato a impiegare   nello studio del corpo umano, un soggetto su cui aveva già sviluppato un precoce interesse sia come pittore che scultore.

Per questo  per primo creò delle tabelle per studiare le relazioni tra l’altezza ed il peso dalla nascita alla crescita sino alle età avanzate della vita  ed il  comportamento sociale  dell’uomo  nelle varie età della vita, divenendo   un pioniere nell'applicazione dell’analisi matematica allo studio dell'umanità ed un inventore dell‘antropometria che espose in maniera sistemica  nel 1870 sul trattato  “Anthropométrie, ou Mesure des différentes facultés de l'homme”.

Essendo uno dei più valenti statistici europei fu coinvolto nel censimento della popolazione dei Paesi Bassi dove con ampie valutazioni  antropometriche di confronto dimostrò che,  prendendo   come campione casuale un   gruppo diversificato e  rappresentativo della popolazione, questo poteva  essere utilizzato per stimare le caratteristiche della popolazione nel suo complesso.

Molti di questi dati, per inciso, erano stati ripresi dalle migliaia di misurazioni di parti del corpo umano compiute già dagli artisti del Rinascimento per  preparare le loro opere d’arte  come quelle dell’Alberti, del Ghiberti, ma in particolare quelle fatte da Michelangelo, da  Leonardo e  da Diirer, con il suo trattato sulla pittura,  Underricht der Malerei, e da altri che Quételet riscoperse, applicando alla sua statistica antropometrica  ciò che centinaia di successori avevano singolarmente trovato ed applicato nell'arte.

L’intuizione più importante nei suoi studi statistici è stata quella che studiando in una popolazione vasta tutti  gli attributi fisici esterni dell’uomo  questi si distribuiscono statisticamente, come è tipico in natura,  secondo una curva di distribuzione  di tipo Gaussiano o a forma di campana,  dove,  in tale  curva tra “maximun et minimum”, la norma si trova  nel picco più alto  con una decrescenza rapida verso sinistra in cui sono raccolti i valori inferiori sino al nanismo,  mentre sulla parte decrescente di destra si raccolgono quelli superiori alla norma, sino ai gigantismi.

Esso può essere considerato oltre che l’inventore dell’antropometria anche della  statistica applicata alla medicina, sebbene i suoi studi in realtà non fossero  interessati alla raccolta delle forme patologiche, ma a sostenere  che “il medico per diagnosticare  se un individuo è malato deve  confrontare il suo stato attuale con uno stato ideale o medio: soprattutto per stabilire in che misura le deviazioni rispetto al tipo medio siano pericolose per la sua sopravvivenza. Inoltre, ogni individuo ha un suo particolare 'stato medio' (si tratta del concetto di 'costituzione individuale) che potrebbe, se noto al paziente ed al medico, aiutare in modo rilevante la diagnosi e la prognosi; poiché tuttavia questo stato è per lo più sconosciuto, il clinico non può che basarsi se non sul confronto tra gli individui e l’individuo medio“. In particolare non era molto interessato ad indagare nei suoi studi sull’incidenza dell’obesità, non essendo allora considerata, come è attualmente,  una vera malattia che spesso comportava varie altre malattie o complicazioni per l’organismo umano. Sebbene  non trascurasse di affermare quanto fosse importante l’attività fisica (la ginnastica) per mantenere l’armonia del corpo di colui che considerava essere l’uomo medio normale.

Egli può  considerarsi anche il precursore dell’antropologia sociale, per quanto su tali studi possa aleggiare ad una sottofondo razzistico ora respinto dal comune sentire,  facendo derivare dalle varie conformazioni del corpo umano (di cui non trascurava peraltro di valutare l’influsso su di esso  dell’ambiente e delle situazione economiche personali)   nelle diverse età della vita anche i diversi comportamenti asociali;  precorrendo in questo le molto più estremistiche e superficiali teorie del Lombroso ed in un certo senso fu anche un precursore di  alcune teorie di Marx che, essendo un ammiratore di Quetelet positivista e determinista,  fece ricorso   ai suoi metodi statistici per costruire quella che ha chiamato  la “  fisica sociale statistica” utilizzata per criticare  le leggi sui modi di produzione capitalistica non individuale.

Si ritiene infineche gli studi di Quetelet abbiano  influito sia  sulle scoperte  di Darwin sia sulla  Sociologia di  Dukheim , avendo ambedue  familiarità con le sue opere. Ma soprattutto il cugino di Darwin, Francis Galton (1822-1911), ne fu influenzato; questi -  al contrario di Quetelet che dallo studio dell’omogeinità umana ha creato la norma - studiando le  anomalie fisiche ha  scoperto  l'eterogeneità umana patologica ereditaria e e.  nella consapevolezza che bisogna  (piaccia o non piaccia, ricordando l‘uso fattone dai Nazisti) “della natura far prevalere le cose eminentemente nobili”, ha creato    una nuova scienza : l’eugenetica con la quale si sostiene essere necessario un intervento delle Istituzioni per conseguire questo fine, mediante l'incrocio selettivo, come avviene in natura, degli adatti.

L’equazione origine di Quetelet              

\mathrm{BMI} = \frac{\text{mass}(\text{kg})}{\left(\text{height}(\text{m})\right)^2}

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