L'aorta corallina ed il mito apotropaico
Pier Roberto Dal Monte
Il corallo che era considerato, sin dal neolitico, ma soprattutto dalla antichità greco-romana, una creazione acquatica con caratteristiche “amuletiche”1 protettive e stimolanti, nacque - come narra Ovidio nelle Metamorfosi IV - con il mito di Perseo, che uccide la Medusa e ne recide la testa. Testa che ponendola nell’acqua di mare per conservarla, il poeta ricorda, trasforma con i suoi vari serpentelli ed il suo sangue le alghe in rami di consistenza dura e progressivamente rossa. Facendo così nascere il Corallo nella sua varietà più fulgida, quello rosso2.
Il Corallo Rosso per la sua origine marina e conformazione è associato all’albero, come asse del mondo, come simbolo della acque profonde che rappresentano l’origine del mondo ed il colore rosso e le sue ramificazioni tormentate ne fanno un simbolo delle viscere. Questo ha portato ad ipotizzare molte virtù protettive, estetiche assumendo un grande e vario utilizzo in tutte le epoche che, passando attraverso molte rappresentazioni pittoriche ornamentali comprese quelle di Cristo e della Madonna, persiste tuttora, nella sua accezione più ostinata quale portafortuna, ma anche come materiale ornamentale, oggetto di creatività artistica e di cammei e vari monili; purtroppo attualmente con pericolo di estinzione.
Ne riportiamo un esempio del suo impiego e della sua bellezza, che ricorda comparativamente una parte essenziale del corpo umano, dimostrandoci come sempre la natura possa sorprenderci.
Per questo risaliamo al luglio 1495 quando gli eserciti francese guidati da Carlo VIII di ritorno dall’Italia meridionale dopo la conquista del Regno di Napoli si scontrarono a Fornovo con l’esercito della Lega Santa, guidato da Marchese di Mantova, Francesco II Gonzaga, e riportando la vittoria nella battaglia, cacciarono momentaneamente i Francesi dalla Penisola. Durante l'assenza del Marchese a Mantova, un banchiere ebreo, Daniele da Norsa, acquistata una casa in borgo San Simone, sostituì la rappresentazione sacra della Vergine che ne decorava la facciata con il suo stemma personale. L'azione fu considerata sacrilega, tanto che l'ira popolare contro di lui portò alla distruzione della casa, mentre il fratello di Francesco, Sigismondo Gonzaga, reggente la Città condannò all’impiccagione il “sacrilego”.
Al ritorno di Francesco dalla vittoriosa battaglia di Fornovo la pena venne commutata coll’ingiunzione di finanziare la costruzione di una cappella ornata da un dipinto sacro, che ribadisse la devozione del marchese alla Vergine ed il ringraziamento per la protezione. Per questo fu incaricato il Mantegna, allora pittore di corte, di dipingere un Pala, che venne solennemente collocata nel 1496, in occasione dell'anniversario della Vittoria, nella chiesa divenuta di Santa Maria della Vittoria, costruita nel frattempo sul luogo della casa dell'ebreo. La Pala durante l’invasione napoleonica fu successivamente asportata dai francesi e collocata, come molte altre opere italiane, al Louvre dove si trova ancora, poiché i francesi continuano a non volerla restituire, mentre la chiesa è tuttora presente e rinnovata a seguito del restauro posteriore... ma senza la Pala.4
Nel dipinto di Mantegna la Madonna con il Bambino è circondata da quattro santi (San Michele, Longino, Andrea e Giorgio), tende la mano per conferire una benedizione all'inginocchiato Francesco II Gonzaga ed è circondata da un'intelaiatura lignea, con un raccordo a forma di conchiglia (attributo della Vergine come nuova Venere) e da vari fregi vegetali e di animali, ma soprattutto sul suo capo pende dall'alto soffitto al di sopra della Madonna un grande pezzo di corallo rosso, simbolo apotropaico o protettivo che richiama anche al sangue della Passione. In generale si tratta di una trasposizione simbolica del Paradiso, un giardino celeste a cui gli uomini possono accedere per intercessione della Vergine.
Riferendoci al corallo del dipinto questo, come si vede, assomiglia molto all'aorta addominale, con le sue diramazioni dall'arteria addominale mesenterica superiore, che sorge alla sua estremità superiore, con gli altri rami dall’alto verso il basso: un vero albero vascolare. Il dipinto del corallo oltre ad un significato devozionale, ha anche una diversa accezione. Infatti è noto che i coralli sono stati anche usati in medicina per proteggere dalla depressione, curare singhiozzi, coliche e bruciore di stomaco, persino malattie dei reni, della vescica e malattie ossee 3. Per il suo colore e la sua forma che appunto ricorda i vasi sanguigni e i meandri delle viscere, è stato o collegato al simbolismo del Sangue, come veicolo di Vita e di Generazione. Da cui anche la somministrazione della polvere alle gravide per le loro presunte proprietà amuletiche e ai bambini che allattano o mettono i denti per pacificarli e proteggerli dal male, e giù, giù sino alla superstiziosa tradizione del cornetto napoletano o anche al CornoRosso della Terra di Mezzo di Tolkien.
Note
- Plinio il Vecchio, dal latino allontanare (la sfortuna), lo comprese tra gli Amuletum.
- Ecco come Ovidio descrive l’episodio, che segue la liberazione di Andromeda da parte di Perseo: Ovidio, “Metamorfosi”, IV, 740-752
“L’eroe intanto attinge acqua e si lava le mani vittoriose;
poi, perché la rena ruvida non danneggi il capo irto di serpi
della figlia di Forco, l’ammorbidisce con le foglie, la copre
di ramoscelli acquatici e vi depone la faccia di Medusa.
I ramoscelli freschi ancora vivi ne assorbono nel midollo
la forza e a contatto con il mostro s’induriscono,
assumendo nei bracci e nelle foglie una rigidità mai vista.
……….
Ancor oggi i coralli conservano immutata la proprietà
d’indurirsi a contatto dell’aria, per cui ciò che nell’acqua
era vimine, spuntandone fuori si pietrifica.”
- La polvere di corallo è considerato ancora Medicinale fitoterapico per la prevenzione e la cura di varie patologie, ma anche come matrice per innesti ossei.
- https://hekint.org/2017/01/26/mantegnas-coral-aorta/?highlight=coral%20aorta