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Via Ugo Butturini, Parma

Martedì 26 marzo, con la partecipazione del vice Sindaco Dott. Marco Bosi, si è svolta a Parma la cerimonia di intitolazione di una strada del  Quartiere San Leonardo al Prof. Ugo Butturini, titolare delle Cattedre di Semeiotica prima, poi di Patologia, infine  di Clinica medica dell’Università nella seconda metà del secolo scorso. Il discorso commemorativo, di seguito riportato, è stato tenuto da Riccardo Volpi, quarto nella sua successione dopo Mario Passeri, Roberto Delsignore e  Paolo Sansoni.
Alla cerimonia erano presenti la vedova del Professore, Benita Butturini, e la figlia Anna, che con un breve saluto ha chiuso la manifestazione.
Ugo Butturini aveva seguito il Prof. Campanacci da Parma a Bologna alla fine del 1953 insieme a Capretti, D’Antuono, Magnani, Gunella, Bonomini ed altri in Patologia medica, dove era stato Aiuto sino al suo ritorno a Parma verso la fine del 1959. A Bologna lo abbiamo conosciuto ed apprezzato come docente di grande personalità e di straordinaria cultura medica e come clinico sempre attento ai risultati della ricerca.
Le sue “visite”,  che iniziavano puntualmente alle 8.30 del mattino,  erano vere lezioni di fisiopatologia applicata alla clinica, nella quale dimostrava grande sicurezza; visitava i pazienti da cima a fondo ed utilizzava per l’auscultazione di cuore e torace un corto stetoscopio di legno anche quando il fonendoscopio faceva bella mostra di sé nella tasca del camice dei Colleghi à la page.
Ricordo le mie due prime pubblicazioni (Butturini-Danieli, 1958!) sul glucagone di cui era grande esperto; i  risultati apparvero sul Bollettino della Società italiana di Biologia sperimentale a copertina gialla che allora in Italia era per noi neofiti il massimo nel campo della ricerca. Al suo rientro a Parma portò con sé Mario Passeri, che fu suo aiuto prima di diventare suo successore nella cattedra di Clinica medica; Angelo Gnudi, che  diventerà ordinario di endocrinologia; Maria Langher, Guido Lucarelli, uscito dal vivaio di Tura e destinato ad essere Ematologo di fama internazionale, ed Alessio Baronchelli, che ottenne il primariato di medicina ad Asola. Fu quindi tutta campanacciana l’équipe che costruì il ramo parmense della Scuola. (G.D.)


Figura 1 - Il vicesindaco Marco Bosi, Anna Butturini e Riccardo Volpi     

L’intervento di Riccardo Volpi, Clinico medico nell’Università di Parma

Con l’intitolazione di questa strada, Parma oggi ricorda con gratitudine e affetto un grande e illustre clinico, il prof. Ugo Butturini del quale mi onoro di essere stato allievo. Il prof. Ugo Butturini, allievo dell'illustre prof. Domenico Campanacci, giunse a Parma da Bologna nel 1960 chiamato dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia a dirigere l'Istituto di Semeiotica Medica, allora situato presso l'ospedale Ugolino da Neviano e, successivamente, trasferito all'Ospedale Maggiore. Percorse le varie tappe accademiche fino ad arrivare nel 1978 a dirigere l'Istituto di Clinica medica. Per 25 anni insegnò a Parma la Semeiotica medica poi la Patologia medica e, da ultimo, la Clinica Medica a numerose generazioni di studenti, futuri medici. A Parma fondò la scuola di specializzazione in Gerontologia e Geriatria che diresse per numerosi anni. Fu anche direttore delle scuole di specializzazione in Medicina interna, Cardiologia, Diabetologia, Idroclimatologia e Medicina termale. Clinico formidabile, con grandi capacità diagnostiche, Butturini fu uno dei più importanti clinici d'Italia. L'attività di ricerca, molto vasta, interessò vari campi, ma negli ultimi anni si rivolse prevalentemente allo studio della diabetologia e del metabolismo. Dalla sua scuola uscirono docenti che andarono a ricoprire cattedre di Medicina interna, Geriatria, Endocrinologia, Ematologia e incarichi dirigenziali presso importanti ospedali italiani. Il Prof. Butturini fu un maestro perché possedeva l'arte di sapere insegnare ai giovani l'approccio clinico al malato nella sua complessità: la centralità del malato e la passione per la cura del malato.
Le sue lunghe dissertazioni con gli allievi al letto del paziente sulla diagnostica e la Fisiopatologia della malattia sono memorabili. Come pure memorabili erano la sua squisita umanità unita ad una capacità diagnostica eccezionale. Appassionato fino all'ultimo alla ricerca continuò a pubblicare lavori scientifici soprattutto in campo diabetologico e metabolico. L'intitolazione di una strada della città al prof. Butturini rappresenta dunque per la famiglia e per gli allievi della sua scuola un riconoscimento del valore di un grande clinico che ha fatto grande il nostro Ateneo, la nostra città ed è stato un maestro per numerose generazioni di medici che hanno riversato nella loro professione i suoi insegnamenti. Rimane per noi allievi il ricordo del Maestro e a me, personalmente, il suo insegnamento a tramandare il sapere medico agli studenti, agli specializzandi delle Scuole e la curiosità e il fascino della ricerca scientifica.
Del mio Maestro rimarrà, in chi lo ha conosciuto, quello straordinario rapporto con il paziente fatto di sapienza e umanità, che seppe testimoniare anche nei momenti e nelle scelte più difficili che spettano ad un medico in ogni momento della sua vita professionale.


Figura 2 – Roberto Delsignore, Marco Bosi, Benita Butturini e Riccardo Volpi


Figura 3 – Accanto a Benita ed Anna Butturini, il secondo ed il terzo da sinistra sono Pier Paolo Dall’Aglio e Roberto Delsignore; ultimi due a destra Mario Passeri e Paolo Sansoni