Con le giornate del 21 settembre, a Pievesestina di Cesena, e del 19 ottobre 2019, a Faenza, è tornato l’appuntamento con il Progetto Ematologia Romagna, iniziativa di aggiornamento ormai giunta con queste due giornate al termine della sua terza edizione. Nei sei mini-simposi che hanno scandito il programma delle due giornate sono state affrontate tematiche di grande attualità nel campo della diagnostica, della terapia e della ricerca di base relative alle malattie del sangue, oncologiche e non oncologiche.
A Cesena, si è discusso circa la multiclonalità delle malattie oncoematologiche e dell’evoluzione clonale delle stesse, mettendo in luce come l’emergere di un clone cellulare – come ci ha descritto la Dott.ssa Carolina Terragna – sia parte dello sviluppo e della crescita di tutte le neoplasie ematologiche, dalle leucemie acute (trattate dalla Dott.ssa Emanuela Ottaviani) al mieloma multiplo (discusso dal Prof. Niccolò Bolli), che nel corso della storia naturale seguono un modello di tipo darwiniano, basato sulla progressiva predominanza di cloni via via più resistenti. Si è quindi parlato di checkpoint inhibitors nella terapia dei linfomi (Prof. Pier Luigi Zinzani e Dott. Alessandro Broccoli) e delle neoplasie solide (Dott. Carmine Pinto), descrivendo l’attuale ruolo di questi anticorpi monoclonali nel riattivare quell’azione immunologia mediata dai linfociti T-citotossici nei confronti delle cellule neoplastiche che il tumore stesso è stato in grado di inibire, permettendo in questo modo la sua crescita indisturbata. Infine è stato trattato l’importante argomento – sempre attuale, in quanto frequentissimo! – dell’emorragia “critica”, che se non viene opportunamente trattata può portare alla perdita del paziente. Interessanti su questo tema sono state le relazioni del Dott. Marco Marietta e del Dott. Massimo Girardis, che hanno inquadrato la questione sia dal punto di vista fisiopatologico sia gestionale in ambito intensivistico, nonché la presentazione del Dott. Giovanni Poletti, che ha invece affrontato i risvolti più squisitamente laboratoristici.
A Faenza si è esordito parlando di allotrapianto nel mieloma multiplo, discutendone sia le indicazioni (Dott.ssa Patrizia Tosi), sia l’applicazione in coda ad un precedente trapianto autologo (Prof. Benedetto Bruno). Inoltre, si è parlato ampiamente delle cellule CAR-T, approccio terapeutico all’avanguardia basato sull’utilizzo di linfociti T del paziente ingegnerizzati in modo tale da riconoscere gli antigeni caratteristici di una determinata neoplasia, in questo caso il mieloma multiplo (Dott.ssa Elena Zamagni). A seguire, è stato introdotto il tema dell’eritropoiesi inefficace, meccanismo responsabile dell’anemizzazione nel paziente non solo carente di vitamine emoattive, ma anche affetto da emoglobinopatia o sindrome mielodisplastica: l’argomento è stato trattato estesamente sul piano fisiopatologico e clinico (Dott.ssa Federica Pilo), descrivendo inoltre i nuovi farmaci mirati alla terapia dell’anemia (Prof.ssa Maria Domenica Cappellini). Infine, ci si è concentrati sul gene BCL2, il “gene della vita”, le cui alterazioni inducono patologie linfo-mieloproliferative: è stata presentata l’azione di questo gene e della proteina da esso codificata nella patogenesi delle malattie ematologiche neoplastiche (Prof.ssa Nicoletta Testoni e Prof. Claudio Agostinelli), quindi si è discusso del ruolo di venetoclax – farmaco inibitore della proteina BCL2 – nella moderna terapia della leucemia linfatica cronica refrattaria o in ricaduta (Dott. Marco Montillo).
Ancora una volta, abbiamo avuto l’occasione di entrare in contatto con gli argomenti “caldi” dell’ematologia, selezionati dal Prof. Sante Tura e dal board scientifico dell’iniziativa e chiaramente illustrati da esperti nei relativi settori: aspettiamo dunque di conoscere il nuovo programma 2020 e attendiamo tutti gli amici desiderosi di aggiornamento in ambito ematologico alla prossima edizione, prevista a partire dalla prossima primavera!