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Il rapporto Medico-Paziente nell'era della medicina digitale

COMUNICATO STAMPA

IL RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE NELL’ERA DELLA MEDICINA DIGITALE

Bologna 18/01/2020

La Società Medica Chirurgica di Bologna propone un Convegno il cui argomento nasce dal rapidissimo sviluppo delle tecnologie informatiche nella Medicina Clinica, ove esse interferiscono con il delicato rapporto tra medico e paziente. Possiamo già constatare che, in varie situazioni, il paziente “reale“ viene sostituito da un “paziente virtuale”, appunto digitale.

La diffusione e lo sviluppo dell’informatica possono certamente fornire un grande aiuto al medico, purché egli sia correttamente preparato ad usare il mezzo digitale. Con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale compaiono tuttavia importanti problemi etici. Il primo bisogno del paziente è infatti quello di comunicare le proprie sofferenze, l’ansia, il desiderio di sapere di più sulle procedure diagnostiche e terapeutiche. Il rapporto diretto col paziente quindi rimane insostituibile. Secondo un’inchiesta dell’Unione Europea, la fiducia nella scienza, e in particolare nella Scienza Medica, è oggi fortemente diminuita: in un vasto campione di popolazione, circa un terzo ha dichiarato di avere scarsa fiducia nella Medicina cosiddetta “ufficiale”, adducendo svariati motivi. Riteniamo che un importante fattore sia la difficoltà di trasmettere correttamente al paziente le nozioni fornite dalla ricerca clinica. Queste hanno per natura un carattere dinamico: possono cambiare nel tempo non perché siano “sbagliate”, ma piuttosto perché vanno incontro ad aggiustamenti, specificazioni, mutamenti, talora capovolgimenti, in funzione di condizioni di tipo genetico, socio-economico, di alimentazione, di stile di vita, che si modificano nello spazio e nel tempo. Talora circolano affermazioni fortemente distorte (le “fake news”), che contraddicono precedenti convinzioni, ma, anziché apportare nuove verità, scoraggiano il paziente, che non ha i mezzi per comprendere le ragioni di questa variabilità. Esempi ce ne sono tanti, ne citiamo alcuni: “la carne fa male o no? Il burro va completamente bandito o può essere assunto in piccola quantità? Il vino in quantità limitata fa bene o fa male? Una dieta ricca di vegetali, è vero che fa bene al cuore ma favorisce forse l’ictus cerebrale? Gli acidi grassi omega 3 sono efficaci o no?”

Per affrontare queste situazioni il medico deve, a nostro avviso, cambiare linguaggio. Deve evitare le iper-semplificazioni, anzi far comprendere la complessità della medicina nel singolo paziente, che rappresenta una realtà psico-fisica multiforme, che non può essere ridotta a semplici schemi.  La complessità e la mutevolezza vanno accettate come fatti positivi, che testimoniano del continuo progresso della scienza.

Il nuovo linguaggio deve infine favorire la condivisione delle conoscenze, e quindi anche delle scelte, ma non al punto di trasferire parte della responsabilità medica al paziente.

Nel presente convegno, si partirà dai concetti di salute e di malattia, si indicherà quando e come dire la verità al malato, ed anche di come trasferire dati statistici alla realtà del singolo caso. Questi concetti di etica e filosofia della medicina dovrebbero far parte dell’insegnamento universitario, senza danneggiare l’educazione tecnologica e statistica.

I relatori rappresentano Università o centri di studio di varie città d’Italia: Università di Bologna, di Ferrara, di Pisa, di Padova, di Firenze, CNR di Milano, Istituto di Ricerca Neuromed di Isernia.

Il coordinatore del convegno

Sergio Coccheri, già Professore Ordinario di Malattie Cardiovascolari Università di Bologna

 

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