L’incenso (franchincenso) e la mirra doni di Natale
Perché con essi i Magi omaggiarono la nascita di Gesù Cristo
Sacralità, prosperità e salute
Dei tre doni che portarono i Re Magi l’incenso e la mirra hanno assunto una valenza mitica, con un significato di materia preziosa che vale quanto l’oro, al quale erano equiparati e dovevano pertanto essere un dono degno di un Re, ma anche di più, poiché essi, non solo valevano commercialmente in quanto speciale materia d’uso in sé, ma in quanto doni graditi dagli dei, doni graditi ma anche rari in natura e per questo preziosi.1
Gli incensi in generale, di cui fa parte anche la mirra, infatti sono da sempre legati all’idea del sacro, del divino. Fin dall’antichità il loro utilizzo è attestato presso le remote civiltà, soprattutto per utilizzi religiosi, ma non solo. Il loro profumo intenso e aromatico era considerato essere apprezzato anche dagli Dei, come lo era per gli uomini, che ne gradivano l’omaggio da cui l’usanza di bruciare cortecce e legni di piante particolarmente odorose è sempre stato molto diffuso.
L’incenso (particolarmente il franchincenso o puro incenso) veniva bruciato durante le celebrazioni religiose, ma anche nelle case, per purificarle e tenere lontani gli spiriti maligni. I suoi vapori aromatici creavano una comunicazione non solo con il divino ma anche con il regno dei morti e per questo la mirra era usata anche per mummificare o quanto meno ungere il cadavere 2. Relato al loro uso sacro si narra che Alessandro Magno fosse stato redarguito dal suo tutore poiché, oziando bruciava troppo incenso, mentre avrebbe potuto procurarselo conquistando i Paesi che lo producevano (come poi fece) e che Nerone ne bruciò tanto alla morte di Poppea da consumare tutte le scorte dei templi romani.
Gli ebrei lo utilizzavano per la fumigazione, una pratica che permetteva di avvicinarsi a Dio bruciando appunto l’incenso e respirandone i fumi, e così i cristiani seguitarono sino a tuttora ad utilizzare l’incenso nelle Chiese, bruciandolo durante le cerimonie specie funerarie, aspergendolo sulle salme, ma anche per disinfettare gli ambienti e purificare l’aria. Oltre all’utilizzo religioso è stato riconosciuto molto presto, forse come evoluzione del loro ruolo nella purificazione spirituale o per la tendenza storica a utilizzare qualsiasi materiale organico aromatico per la guarigione, sia l'incenso che la mirra fossero anche dei farmaci, essendo divenuto soprattutto nei paesi arabi un ingrediente prezioso e utilissimo nella cura di molti disturbi e malattie anche mentali.
Gli alberi di Boswellia e Commiphora che crescono esclusivamente nell’est Africa -Somalia, nel Sud della Penisola Araba, e nell’ India di nordovest e producono, rispettivamente il franchincenso e la mirra, sono ispidi, spinosi ed ostili. Crescendo vicino al suolo nel deserto arido, hanno tronchi corti e rami a ventaglio, a volte sembrano più arbusti che alberi. Ma nonostante il loro aspetto improbabile, poco arboreo, un tempo erano la pietra angolare di un antico mestiere di raccolta e commercio. Quando viene tagliata o perforata, la corteccia degli alberi di Boswellia, più spesso Boswellia serrata, produce una resina appiccicosa per sigillare la ferita provocata. Questa resina si asciuga per formare l’incenso. Gli alberi di Commiphora, più spesso la Commiphora myrrha, producono mirra attraverso lo stesso processo. Tali secreti naturali erano considerati alcuni dei materiali più preziosi nel mondo antico, anche perché erano molto apprezzati come un profumo per ricchi con un valore, a seconda delle epoche e produzione, pari o superiore all'oro.
Avicenna, Celso e anche il famoso erborista inglese Nicholas Culpeper descrissero l'uso medico dell'incenso. Per questo è incluso nel Talmud ed è presente nella medicina tradizionale cinese e indiana. Era usato più spesso per trattare infiammazioni e malattie della pelle, tra cui ferite, piaghe e ascessi. Internamente, l'incenso trattava malattie infiammatorie come reumatismi e per lenire i disturbi digestivi. I guaritori credevano che l'incenso dislocasse il sangue, riducendo il dolore, il gonfiore e l'infiammazione in tutto il corpo.
Le moderne analisi chimiche suggeriscono che gli acidi boswellici nell'incenso, i sesquiterpeni e gli amaroidi nella mirra possono essere agenti antibatterici efficaci. L'uso di queste resine al di fuori di un contesto religioso è diminuito nel tempo, anche se non sono scomparse completamente dall’uso medicina tradizionale naturale. Ora, la popolarità degli oli essenziali e dell'aromaterapia li hanno riportati ancora in una certa evidenza e l'incenso e la mirra sono prescritti per molte delle stesse condizioni e sintomi per cui erano usati nei tempi antichi.
- Matteo. Vangelo. 2,1-1 Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo»…….. Udite le parole del re Erode, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
- Giovanni. Vangelo 19 39. Arrivò anche Nicodèmo, quello che prima era andato a trovare Gesù di notte; portava con sé un'anfora pesantissima, piena di profumo: mirra con aloe. 40Presero dunque il corpo di Gesù e lo avvolsero nelle bende con i profumi, come fanno gli Ebrei quando seppelliscono i morti.
- The Magi's gifts of medicine Frankincense and myrrh: medicinal resin worth more than gold. Mariel Tishma Hektoen International. A journal of medical humanities. https://hekint.org/2020/12/08/frankincense-and-myrrh-medicinal-resin-worth-more-than-gold/