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I centosei anni di Luigi Miti

LMPrimario di medicina generale in Ancona dal secondo dopoguerra in poi, consulente medico apprezzato richiesto in tutta la regione, Luigi Miti è oggi uno dei cinque Soci d’onore dell’Associazione, dopo esser divenuto nei primi anni sessanta un Campanacciano d’adozione.

Tutte le settimane, quasi sempre il mercoledì, immancabilmente giungeva puntuale alle 8,30 del mattino nella nostra, oggi mitica, Patologia medica, a seguire la visita del Maestro; poi discuteva con Lui nel suo studio i casi “difficili” per i quali lo aveva chiamato - e succedeva spesso - a consulto, infine si chiudeva in laboratorio con qualcuno di noi per preparare quelle pubblicazioni che, sotto l’egida del Maestro, lo avrebbero portato in quegli anni alla  Libera docenza. 

Nella sua Divisone, sull’esempio della Patologia medica, aveva aperto la strada alle discipline specialistiche creando tra l’altro un servizio di Fisiopatologia respiratoria che un suo ottimo collaboratore, Vittorio Massei, avrebbe portato alla ribalta nazionale ed il successore di quest’ultimo, il nostro Stefano Gasparini,  a quella mondiale. 

Com’è oggi il Grande vecchio? Qualche lacuna nella memoria, più di una ovvia disabilità legata all’età, ma lo spirito di sempre, arguto, battagliero, talvolta polemico e sempre innamorato della “sua” medicina. Nell’incontro con i pazienti Lui ingaggiava una vera lotta con la nemica malattia e quando la vinceva – il che gli succedeva quasi sempre - cantava vittoria ed esibiva i suoi trionfi come altrettanti trofei.

Non lo vediamo Maria ed io da subito prima dell’estate, ci mancano i pranzetti da lui nella sua bella villa affacciata sul Medio Adriatico, ma ci telefoniamo spesso, parlando con tono di voce sempre alto perché anch’io sono un po’ sordastro; chiacchieriamo ricordando sempre il comune Maestro verso il quale “Gigi” avverte una immodificata venerazione.

Si è raccomandato di portare i suoi saluti ed i suoi auguri a tutti i Campanacciani ed ha posato per me, per noi, affidandoci questa sua recentissima immagine.

Giovanni Danieli