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Esperienze cliniche – Presentazione

 DB










In passato il medico non aveva, come oggi, facile acceso agli esami strumentali e di laboratorio, e aveva quindi particolari difficoltà quando in urgenza doveva identificare malattie acute e gravi per le quali erano richieste rapide decisioni che consistevano il più delle volte in un intervento a carattere vitale.

Ci si basava sui dati obiettivi e sui sintomi e non sempre era possibile avere esami in tempo reale. Valevano quindi l’intuito e l’esperienza, che non sempre erano sufficienti, tanto che vorrei ricordare in questa serie di brevi note quelle che erano un tempo le “diagnosi difficili o impossibili”.

Ricordare le esperienze del passato, frutto della mia attività di cardiologo responsabile delle emergenze e confrontandole con le attuali linee guida, deve essere oggetto di riflessione per capire come sono cambiati nel corso degli anni i termini del problema al punto da poter affermare che le “diagnosi impossibili” sono diventate quasi tutte possibili.

Mi propongo di trattare su questo numero della nostra rivista alcune  di quelle malattie acute la cui diagnosi era in passato molto difficile e l’iter diagnostico poneva specifici problemi, malattie come l’infarto, la dispnea e l'embolia polmonare.