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Compositori a Theresienstadt

Dalla Bayerischen Rundfunks Klassik Pier Roberto Dal Monte ha ascoltato ed elaborato Komponisten In Theresienstadt nell’ambito di Musik am Rande des Lebens 15.10.2019 von Alexandra Maria Dielitz, Musica al limite delle vite. Le musiche di P.Haas, V.Ulmann, H. Kràsa nel Ghetto di Theresin

Blick durch den Stacheldraht - Ehemaliges Konzentrationslager Theresienstadt | Bildquelle: picture alliance / IMAGNO/Votava

https://www.br-klassik.de/themen/klassik-entdecken/theresienstadt-75-jahre-todestage-ullmann-haas-krasa-100.htmlP 
Foto fine 1945: il ghetto abbandonato

Il 17 e 18 ottobre ricorre, il 75 ° l'anniversario della morte di tre importanti compositori cechi moderni:  Pavel Haas, Viktor Ullmann e Hans Krása che con molti altri artisti soprattutto dei Paesi dell’Est furono deportati dopo un anno circa di soggiorno a Theresienstadt*, trasformata totalmente in Ghetto, ad Auschwitz e assassinati pochi giorni dopo. 
Il fatto che il ghetto Theresienstadt - originariamente una piccola città di guarnigione a nord di Praga - fosse solo una stazione di transito sulla via della morte, non era chiaramente ignoto  ai suoi detenuti. Ciò nonostante, essi continuarono nei mesi precedenti alla condanna a creare instancabilmente composizioni e concerti, poesie, teatro  ed opere.
Una vita culturale assai elevata nonostante la fame, le malattie e la miseria in circostanze inimmaginabili che è stata sostenuta platealmente dalle autorità del campo/ghetto che è stata persino sostenuta, incentivata  pur essendo in quanto alla musica considerata  secondo il regime “musica degenerata”. Perché l'arte si adatta troppo bene al quadro del presunto "ghetto paradisiaco" Theresienstadt, con il quale si sarebbero potuto cercare di  placare le proteste internazionali contro i molto sospettati Campi di concentramento tedeschi.
Il culmine di questa menzogna della propaganda fu il film "Theresienstadt", che in seguito acquisì notorietà con il titolo cinico "Il Führer dà agli ebrei una città" e riportato nel sito della B.R. Al regista autodidatta Kurt Gerron fu ordinato, nell'estate del 1944, di mettere in scena allegri detenuti del ghetto, mentre stavano cuocendo abbondanti cibi, creando ceramiche o componendo  musica o giocando al calcio. E tutto questo di fronte a uno scenario idilliaco di una  piccola città/ghetto, che in precedenza per l’occasione era stato risistemata ridipingendo le facciate, facendo aiuole ed un parco giochi appositamente creato. Theresienstadt era diventato il villaggio di Potemkin #, dal quale persino la Croce Rossa Internazionale, costituita da funzionari e medici,  mandata a controllare fu ingannata dal vero destino finale dei campi di concentramento dell’Est. Pier Roberto Dal Monte

Da wikipedia:

*Il campo di concentramento di Theresienstadt (o ghetto di Terezín) è stata una struttura di internamento e deportazione utilizzata dalle forze tedesche durante la Seconda guerra mondiale, tra il 24 novembre 1941 e il 9 maggio 1945. Incorporata dal Terzo Reich nel 1938[3], la città della Repubblica Ceca, a 60 km da Praga[ è nota per aver concentrato nel campo omonimo «i maggiori artisti», «il fior fiore degli intellettuali ebrei mitteleuropei, pittori, scrittori, musicisti» e con «una forte presenza di bambini». Presentato dalla propaganda nazista come esemplare insediamento ebraico, fu in realtà un luogo di raccolta e smistamento di prigionieri da indirizzare soprattutto ai campi di sterminio di Treblinka ed Auschwitz. Secondo i dati confermati dall'Istituto Yad Vashem, su un totale di «155.000 ebrei passati da Theresienstadt fino alla sua liberazione l'8 maggio 1945; 35.440 perirono nel ghetto e 88.000 furono deportati» per essere eliminati.  

# I villaggi Potëmkin sarebbero stati dei villaggi fittizi così chiamati dal principe Grigorij Aleksandrovič Potëmkin, che ne volle la creazione per impressionare la Regina Caterina di Russia nel viaggio nel sue tenute.