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Carlo Staffa pittore

Introduzione

 

Quando ho ricevuto da Carlo Staffa il materiale da pubblicare sono rimasto ad un tempo ammirato e dispiaciuto. Ammirato per la evidente capacità interpretativa e tecnica che si rileva dall’osservazione dei dipinti: è chiaro che Staffa sa disegnare molto bene, sa usare il colore con grande abilità, ma soprattutto sa esprimere in un modo non comune i sentimenti che lo animano in quell‘istante (vedi la serenità della casa di Milano, il momento di tristezza dei bei paesaggi autunnali).Dispiaciuto perché egli afferma che ha ormai abbandonato la pittura (oltre alla poesia).

Mi auguro che ci ripensi e che gli venga la voglia di “far risorgere” tra i numerosi Hobby del passato questa non comune capacità tecnica ed interpretativa.


Mario Passeri

 

Nota dell'Autore

 

Io sono sempre stato vittima dei miei hobby.

Ne ho avuto (e ne ho) tanti e di volta in volta, come amanti gelose l’una dell’altra, se mi sono impegnato troppo o per troppo tempo con qualcuno di loro, qualche altro finisce per prendere il sopravvento sul primo, rendendomelo meno attraente.

E così io lo mollo e cambio “tavolo di gioco”.

Sono un instabile!

Il mio harem di hobby pertanto, ha ospitato per diversi anni tra le altre Muse anche la Pittura, una Musa affascinante che mi ha ispirato e sospinto a eseguire diversi dipinti, nei cui confronti peraltro sono stato sempre molto severo, per cui, novello Saturno divoratore dei suoi figli, li ho distrutti spesso poco dopo averli completati.

Per me il piacere di dipingere nasce innanzitutto dal godimento interiore che mi danno i colori in genere ed in seguito dall’affinità che essi hanno con i miei stati d’animo; nei colori io mi ci avvolgo come il baco nel bozzolo e provo sensazioni violente che non finiscono di emozionarmi.

Dapprima sono state le Nature Morte ad attirarmi e ben poco i paesaggi; ma il mio grande amore è stata la ritrattistica, che però ha fatto sì che alcune mie opere, ritenute meritevoli dagli interessati, siano finite in case diverse. Anzi, mi pare di ricordare che un ritratto di Camilla, la figlia del nostro Presidente, sia finito per l’appunto a casa sua.

Purtroppo o per fortuna, perché certamente a quest’ora l’avrei distrutto, dato che,  andando a  memoria, credo che ora non mi piacerebbe più!

In casa mia mi sono organizzato il mio “buen retiro” in una soffitta che somiglia al mio mondo onirico: collezioni di soldati d’epoca, di automobiline; treni elettrici e costruzioni in mattoncini di cattedrali e case da  bambola; guantoni da boxe e altri attrezzi sportivi e ben cinque chitarre con regolare amplificatore. Alcuni apparecchi fotografici (una Rolleiflex e 2 Nikon) ed esattamente 15.400 diapositive, tutte schedate e per la maggior parte digitalizzate.

Insomma, tutto il mondo infantile che abita in me.

Il mio bozzolo.

Mi piace anche scrivere, anche se  ogni componimento porta in sé  chiare connotazioni del momento in cui è stato scritto, declinando così in qualche modo i vari passaggi della mia vita, perché ci sono momenti in cui la mia malinconia ha tutti i colori dell'anima e la volubilità del vento

Ripeto. Sono un instabile.

Ormai non dipingo e non scrivo più. Però continua a piacermi una poesia che ho dedicato a mia madre quando è morta, una decina di anni fa.

Quando violenti  / si spaccano i ricordi  / in mille lampi  / sparsi  / nel cervello, / e s’ingroppa  in gola, / e brucian gli occhi, / sento salirmi  / dolcissimo ed acuto, / e muto, / e esasperante, / il sentimento  / che irride la parola / e accende i giorni, / nel trascinarsi antico  / dell’Amore  / che m’inchiodasti dentro allora. / Dentro./ In fondo al cuore.

Della mia produzione pittorica ho conservato ben poco. Sì e no una decina di opere  di cui peraltro non vorrei disfarmi e che allego in fotografia.

Fanno parte di un periodo della mia vita in cui la gioventù conferiva spesso irrazionalità ai miei comportamenti, ciò che metteva la mia anima in libera uscita.

Bei tempi? Non saprei. Oggi la razionalità prevale nettamente dandomi equilibrio e una serenità forse un po’ senile. Per questo non ho più “la vena” ed ho cominciato a sfogliare il libro dell’età avanzata, trovandovi comunque aspetti imprevisti ed interessanti, perché il gusto di vivere non mi abbandonerà mai.

Di seguito alcuni dei miei dipinti.

 

Mostra dei dipinti

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 Figure 1,2 -  Si tratta di due scorci di Milano, la città di mia moglie, che io eseguii per rinnovare una splendida valigetta da pittore che lei mi aveva regalato in una occasione che ora non ricordo più. Dei due il primo, quello di via Barbavara  mi piace ancora e gli sono affezionato, perché lo eseguii, sfidando i rigori invernali, da un balcone della casa dell’allora mia fidanzata.

Figura 3 -  Poi ci sposammo e nel 69 nacque il nostro primo figlio, che nel dipinto a lui dedicato aveva 9 anni. In questo quadro lo sfondo rosso fu scelto da me in omaggio al suo amore per i cartoni animati che, specie nelle presentazioni cinematografiche, spesso avevano uno sfondo rosso  (Merry Melodies Cartoon).

 

2

 Figura 4 - Il quadro naïf “I raccoglitori di patate” fu il risultato di un tentativo di approcciare la pittura ingenua degli artisti slavi che mi aveva affascinato. Le mani, volutamente enormi e deformate, vogliono recuperare il sudore del lavoro nei campi.
Figura 5 - Nel 1991, su pressioni del mio amico Edoardo Spada, partecipai ad una mostra pittorica dedicata alle Mondine e agli Scariolanti, organizzata al mio paese. Ricordo che per l’occasione Edoardo scrisse parole in dialetto e musica della canta “Cunsels” (Conselice), che in ogni occasione di ufficialità la locale corale canta ancora, facendomi regolarmente venire il groppo in gola.

3

Figure 6 e 7 - L’amore per la natura mi spinge a respirare l’aria della valle di prima mattina nei mesi autunnali, specie nelle giornate piovose. Qualche scatto fotografico viene poi trasformato ed elaborato in dipinti.

Figura 8 – Divertissment,  imitando grandi interpreti dei colori dei fiori