In caso di dolore toracico, il sospetto di un infarto può essere confermato principalmente con l’elettrocardiogramma.
Tuttavia la diagnosi clinica di infarto, facile nella maggior parte dei casi, non era poi sempre così agevole nei confronti di una pericardite o di un versamento pericardico da dissezione aortica. Ricordo al proposito un giorno, durante la visita in reparto, il colloquio tra due Colleghi, un cardiologo esperto ed un cardiologo giovane ed addetto alla registrazione degli ecg. Di fronte a un giovane ricoverato per dolore toracico, il Cardiologo esperto elencava i criteri diagnostici differenziali tra pericardite e infarto asserendo che, nel caso in esame, l’ipotesi infarto era da scartare perché evento raro in un giovane. Dal fondo della sala, il giovane Cardiologo, brandendo una lunga striscia di ecg, mise tutto in discussione asserendo ”mica tanto raro, come sembra da questo ecg…”
In altri termini, il cardiologo clinico non può rinunciare agli strumenti che la tecnologia mette a sua disposizione.
Questa problematica, con le conseguenti discussioni tra esperti cardiologi, è andata avanti per anni senza una reale soluzione essendo i vari sintomi non specifici dell'una o dell’altra patologia (gli enzimi cardiaci possono aumentare anche in caso di pericardite, l'ecg non sempre mostra i segni della necrosi trans murale, tanto da essere chiamato infarto non Q).
Un notevole progresso si deve all’ecocardiogramma, che può documentare un versamento pericardico (peraltro possibile non solo nella pericardite ma anche in caso di infarto) oppure alterazioni della contrattilità (in caso di infarto esteso).
L’andamento clinico aiuta molto: in caso di pericardite si rilevano sfregamenti, febbre, persistenza del dolore.
Ma possono rimanere dubbi che, soprattutto in un soggetto giovane, vanno chiariti, e i dati clinici non bastano.
Sembrerà eccessivo, ma a mio avviso il modo più sicuro di risolvere il problema è di fare una coronarografia, indagine oggi di agevole esecuzione, facilitata anche dall’introduzione della TC coronarica (eseguibile con l’iniezione di contrasto in una vena periferica). La visione dei rami coronarici permette anche di dare un razionale giudizio prognostico, ovviamente più benigno in un giovane in caso di pericardite.